acronimo usato come sost. femm. plur. di D(isposizioni) A(nticipate) di T(rattamento). Volontà dettate da un individuo, maggiorenne e capace di intendere e di volere, relative al consenso o al rifiuto di determinate terapie e trattamenti sanitari in previsione di una sua eventuale futura incapacità di autodeterminazione.
loc. sost. masch. Indice numerico che tiene conto di una serie di elementi relativi alle cause e ai meccanismi di diffusione di una malattia, oggetto di indagine e di ricerche. Si possono monitorare, ad esempio, i nuovi casi di malattia che si sviluppano in un determinato intervallo di tempo (es. tasso di incidenza) o il numero totale di casi in un certo periodo (es. tasso di prevalenza).
loc. sost. masch. (in sigla DH). Ricovero diurno programmato. Il paziente riceve la prestazione ospedaliera di cui necessita nell’arco della giornata senza bisogno di ricovero con pernottamento.
loc. sost. masch. o femm. (in sigla DS). Intervento chirurgico o procedura medica invasiva svolti nell’arco della giornata senza necessità di un’osservazione post-operatoria (e quindi di ricovero notturno).
acronimo usato come loc. sost. masch. di D(isturbo) del C(omportamento) A(limentare). Disturbo caratterizzato da una forte preoccupazione per la propria forma fisica che può determinare cattive abitudine alimentari.
acronimo usato come sost. masch. di D(ipartimento) di E(mergenza) e A(ccettazione) o D(ipartimento) di E(mergenza-Urgenza) e A(ccettazione). Struttura di un’azienda ospedaliera composta da diverse unità operative che collaborano tra loro e perseguono finalità comuni. Si divide in due livelli in base alle specialità presenti nell’ospedale.
verbo intrans. Iniziare ad avere effetto (detto di un farmaco, di una cura, ma anche di una prescrizione sanitaria).
sost. masch. 1. Sviluppo di una malattia nel tempo, fino alla guarigione 2. Percorso di una vena o di un nervo.
sost. femm. Periodo di ricovero di un paziente presso una struttura ospedaliera.
verbo trans. 1. Ridurre il ricorso eccessivo alle pratiche mediche e ai farmaci 2. Sottrarre alla sfera medica alcune pratiche o eventi naturali e socio-sanitari.
sost. femm. 1. Necessità di ridurre il ricorso alle pratiche mediche e ai farmaci 2. Sottrazione di eventi o di attività di ambito socio-sanitario alla sfera di competenza della medicina.
sost. femm. Sindrome psicologica dovuta a forte stress e a sensazioni di angoscia che portano alla perdita di speranza, soprattutto nei malati terminali.
loc. sost. femm. Meglio nota come MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Esame radiografico che misura la densità minerale delle ossa. Permette di diagnosticare l’osteoporosi, malattia dell’apparato scheletrico.
verbo trans. 1. Dimettere un paziente dall’ospedale 2. Evitare di ricoverare un paziente, preferendo altre modalità di cura.
1. Dimissione del paziente al ricovero in ospedale. 2. Tendenza a evitare il ricovero del paziente in ospedale grazie al ricorso di modalità alternative di cura.
verbo trans. Ridurre (o sospendere) la posologia di un farmaco.
sost. femm. Riduzione o sospensione totale della posologia di un farmaco.
sost. femm. Branca della medicina che si occupa di curare la pelle attraverso l’utilizzo di cosmetici.
loc. sost. masch. plur. Condizioni o fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo. Possono essere distali, come ad esempio il livello d’istruzione, la professione, il reddito, o prossimali, come ad esempio lo stile di vita, le condizioni ambientali in cui si vive e i fattori genetici o biologici.
verbo trans. Eliminare le sostanze tossiche di un farmaco o di una sostanza.
sost. femm. Eliminazione delle sostanze tossiche di un farmaco o di una sostanza. Si usa anche in riferimento ai rifiuti tossici.
acronimo usato come sost. masch. di D(isturbo) da G(ioco) d’A(zzardo). Stato mentale caratterizzato dall’ossessione per il gioco d’azzardo. Si tratta di una vera e propria patologia che compromette la salute psicofisica dell’individuo, portandolo ad avere problemi legati non solo alla sfera mentale, ma anche a quella sociale, lavorativa ed economica.
sost. masch. Malattia che comporta un aumento di glucosio nel sangue a causa di un problema nell’organismo con l’insulina.
agg. e sost. masch. (femm. diabetica) Che, chi è affetto da diabete.
sost. femm. Settore della medicina che si occupa di studiare la malattia del diabete.
sost. masch. (femm. diabetologa) Medico specializzato nello studio del diabete.
verbo trans. individuare e definire una malattia tramite una diagnosi.
acronimo usato come sost. masch. di D(ipartimento) I(nteraziendale) di A(rea) V(asta). Struttura di riferimento che gestisce la programmazione delle aziende sanitarie nell’ambito dell’Area Vasta al fine di rendere gli interventi adeguati e i servizi più accessibili. Inoltre ottimizza e valorizza le risorse disponibili.
loc. sost. femm. Documento sull’assistenza sanitaria primaria adottato in occasione della conferenza internazionale sull’assistenza sanitaria primaria tenutasi nel 1978 ad Alma Ata, Kazakistan.
ablativo di dies, sost. lat. masch. e femm. ‘giorno’, usato in it. come avv. Al giorno, soprattutto con riferimento alla somministrazione di farmaci.
agg. Detto di paziente fatto uscire dall’ospedale o dal pronto soccorso.
verbo trans. Far uscire, previa autorizzazione, un paziente all’ospedale o dal pronto soccorso.
verbo trans. Far uscire un paziente da una struttura ospedaliera dopo il completamento delle cure.
sost. femm. Atto autorizzato che permette a un paziente di ritornare a casa dopo un ricovero in ospedale o una visita al pronto soccorso.
loc. sost. femm. Passaggio di un paziente dal ricovero in ospedale a un altro modello di assistenza e di cura, come ad esempio l’assistenza domiciliare .
sost. masch. (femm. dimittenda) Chi deve essere dimesso dall’ospedale.
sost. masch. Struttura che garantisce l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse, l’inserimento di percorsi assistenziali e l’omogeneità delle procedure operative. Assicura, inoltre, l’apporto di professionisti alla gestione dei servizi.