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sost. femm. Trattamento in cui il paziente viene esposto a radiazioni mirate per la distruzione di cellule tumorali.
sost. masch. Comunicazione di protesta solitamente formale, messa per iscritto o espressa a voce, nei confronti del disservizio di un’azienda socio-sanitaria. Richiede, da parte di questa, una risposta al cittadino che l’ha sottoscritta fornendo i propri dati.
sost. femm. Aggravamento di una malattia dopo una fase di stabilità o attenuazione.
sost. femm. Capacità di gestire situazioni di avversità tramite l’adozione di un atteggiamento positivo. In ambito socio-sanitario include anche la flessibilità e la disponibilità da parte del sistema sanitario o di altri enti a mettere a disposizione risorse e servizi a sostegno dei cittadini.
sost. in it. femm. Capacità del sistema sanitario di soddisfare le aspettative dei pazienti per quanto riguarda il percorso di cura e lo stato di salute.
loc. sost. femm. Sistema organizzativo formato da un gruppo di professionisti della salute che collaborano per fornire servizi di prevenzione, diagnosi, cura e assistenza.
loc. sost. femm. Modello di integrazione tra le varie figure e strutture socio-sanitarie che collaborano continuamente nella costruzione di percorsi clinici e assistenziali efficaci e di alta qualità.
loc. sost. femm. plur. rete clinica relativa a un percorso clinico-assistenziale specifico. In Toscana sono attuate la “Rete regionale Ictus”, la “Rete regionale emergenza cardiologica”, la “Rete regionale Trauma maggiore” e la “Rete regionale Emergenze intraospedaliere”.
loc. in it. masch. Fenomeno che consiste nella riammissione in ospedale di un paziente entro 30 giorni dalla sua dimissione.
sost. femm. 1. Applicazione rapida di trattamenti e assistenza medica per consentire la ripresa delle funzioni vitali di un paziente grave 2. Anche sala in cui avviene la r.
sost. masch. Somministrazione di una sostanza (solitamente vaccino) che serve a rafforzare lo stato di immunità già acquisito precedentemente con una dose della stessa sostanza.
sost. masch. Trasferimento e degenza per un numero di giorni limitati in una struttura ospedaliera.
loc. sost. masch. Tipo di ricovero dalla durata di un giorno.
loc. sost. masch. Degenza di un paziente che poteva essere evitata e che ha gravato inutilmente sulla spesa sanitaria nazionale.
loc. sost. masch. Tipo di ricovero nei casi in cui il paziente debba essere sottoposto a un intervento non urgente e quindi programmabile.
loc. sost. femm. (h, pronunciato acca, sta per “ore”, dall’ingl. hours). Ristrutturazione dell’orario di lavoro dei medici di famiglia e dei medici di continuità assistenziale a sedici ore lavorative giornaliere (dalle 8 della mattina a mezzanotte) per cinque giorni a settimana.
sost. masch. In ambito medico, condizione o evento potenziale, intrinseco o estrinseco al processo di cura o di intervento socio-sanitario, che può modificarne l’esito atteso, con un danno del paziente o della collettività | misura del rischio, valutazione statistica del rapporto tra il fenomeno osservato e le diversi variabili, o fattori di rischio | valutazione del rischio, processo per analizzare e misurare, mediante un approccio multidisciplinare, la probabilità che si verifichi un evento negativo, e il conseguente livello di capacità da parte dell’azienda sanitaria di controllare e gestire il problema.
loc. sost. femm. Tecnica diagnostica che consente di ottenere immagini del corpo umano sfruttando i campi magnetici.
acronimo usato come sost. femm. plur. di R(esidenze) S(anitarie) A(ssistenziali). Strutture in cui vengono assistite persone non autosufficienti e bisognose di specifiche cure mediche e di assistenza sanitaria.
acronimo usato come sost. femm. di R(esidenza) S(anitaria) D(isabili). Struttura socio-sanitaria in cui vengono assistite le persone con disabilità che non possono essere accudite dalla propria famiglia.
sigla usata come sost. masch. formata da R, che sta per il prefisso iterativo re- o ri- che significa ripetizione ad un evento, e T(rasmissibilità). Indice di trasmissibilità di un virus, cioè il numero medio di persone che ciascun malato può contagiare.