Introduzione
La parola punto deriva dal latino pŭnctum derivato di pŭngĕre, propriamente “puntura, forellino” ovvero il piccolo buco creato infilando uno strumento acuminato. Ad esempio, possiamo immaginare un ago che trapassa la stoffa. Questa idea di segno o marchio facilmente riconoscibile si ritrova anche negli altri significati di punto ovvero: segno o spazio delimitato, preciso.
Seguendo l’etimologia della parola i Punti Unici di Accesso sono luoghi chiaramente definiti e facilmente individuabili che permettono agli utenti di accedere (dal lat. accessus –us, der. di accedĕre “accedere/avvicinarsi”) ai servizi sociali e socio-sanitari. Sono definiti come unici ( dal latino unicus, da unus “uno” ) per due motivi: da un lato sono i soli luoghi che prevedono questo tipo di servizio integrato, dall’altro riuniscono l’accesso ai vari tipi di servizi in un solo luogo permettendo così ai cittadini di usufruirne con maggior facilità.
Cos’è?
I PUA sono definiti nel DM 77/2022 come luoghi, solitamente situati presso le “Case di Comunità”, attraverso i quali il Servizio Sanitario Nazionale e gli ATS garantiscono l’accesso ai servizi per le persone non autosufficienti. Concentrano l’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari con un obiettivo: promuovere l’integrazione tra gli stessi al fine di soddisfare nella maniera più completa i bisogni della persona adottando un approccio multidisciplinare alle problematiche della stessa. Provvedono all’orientamento del paziente e alla presa in carico dei suoi bisogni e sono dunque i punti di coordinamento della presa in carico integrata.
Data la sua natura integrativa il PUA è un “luogo” multidisciplinare contenente personale appositamente formato in grado di valutare i bisogni “di natura clinica, funzionale e sociale delle persone, assicurano la funzionalità delle unità di valutazione multidimensionale (UVM) della capacita’ bio-psico-sociale dell’individuo, anche al fine di delineare il carico assistenziale per consentire la permanenza della persona in condizioni di non autosufficienza nel proprio contesto di vita in condizioni di dignità, sicurezza e comfort, riducendo il rischio di isolamento sociale e il ricorso ad ospedalizzazioni non strettamente necessarie”. Per ottenere unità adatte al compimento di questi scopi le équipe all’interno dei PUA possono contenere vari profili professionali ma devono obbligatoriamente presentare: infermieri, assistenti sociali (AS), personale amministrativo e medici distrettuali.
In seguito alla valutazione UVM l’équipe integrata (coinvolgendo la persona non autosufficiente, la famiglia o l’amministratore di sostegno) procede alla definizione e programmazione di una serie di interventi basati sulle necessità dell’utente e sulla loro intensità. Questo progetto viene chiamato PAI ovvero Progetto di Assistenza Individuale Integrata. Il PAI definisce le responsabilità, i compiti e le modalità di svolgimento degli operatori e della famiglia durante la presa in carico del soggetto non autosufficiente.
A chi si rivolge
I PUA si rivolgono a tutti i cittadini che stanno affrontando una situazione di problematicità sociale e/o sanitaria e che per questo motivo necessitano di una presa in carico integrata. In particolar modo si rivolgono a:
- anziani non autosufficienti e caregiver degli stessi;
- persone affette da disabilità, con patologie croniche e invalidanti. Tali condizioni possono essere sia di natura fisica che di natura psichica;
- persone con dipendenze da sostanze e loro familiari;
- persone con problemi di salute mentale e loro familiari;
- minori che necessitano di tutela in età evolutiva a causa di una situazione familiare inadatta ad una crescita armonica. La situazione familiare, ad esempio, può presentare: abusi, maltrattamenti, disagio psichico, dipendenze.
Funzioni
Le principali funzioni dei PUA sono:
- accogliere le istanze del cittadino non autosufficiente e della sua famiglia. La scheda dell’utente deve essere unica e informatizzata.
- valutare le necessità dei casi segnalati e la risposta appropriata ad esse anche tramite l’attivazione di un’ equipe multidisciplinare (valutazione UVM).
- valutare quali sono i servizi disponibili sul territorio a cui il cittadino non-autosufficiente ha il diritto di accedere e guidarlo nell’attivazione degli stessi.
- strutturare un Progetto di Assistenza Individuale Integrata contenente compiti e responsabilità sia degli operatori che del nucleo familiare (se presente).
- monitorare periodicamente la situazione sociale e sanitaria dell’utente e gli esiti dei servizi offerti. Questo comporta un’ eventuale rivalutazione del piano assistenziale.
I principali servizi offerti sono:
- Cure Domiciliari Integrate (CDI);
- Assistenza sociosanitaria e residenziale;
- Assistenza riabilitativa.
Uno per tutti, tutti per uno
Il Punto Unico di Accesso è volto a semplificare le interazioni dei cittadini con i Servizi riunendo in un unico luogo le informazioni e l’accesso ai servizi sia di tipo sociale che di tipo sanitario. Va inoltre evidenziata l’importanza della collocazione dei PUA all’interno delle Case di Comunità. Le Case di Comunità sono infatti in grado di fornire servizi di cure primarie, specialistica ambulatoriale e diagnostica base e sono integrate sia con i Servizi Sociali che con il CUP aziendale. Il cittadino che si rechi al PUA, dunque, può accedere facilmente a questi servizi socio-sanitari e strutturare il Progetto di Assistenza Individuale Integrata più adatto alle sue esigenze in un unico luogo.
Agnese Bardelli – Federsanità ANCI Toscana