Essere connessi e in salute: la telemedicina

Che cos’è la telemedicina?

La telemedicina può essere definita come l’‘applicazione della telematica alla medicina che consente di mettere in comunicazione un malato con un medico o un centro sanitario e di trasmettere elettrocardiogrammi, radiografie, segnali bioelettrici e sim., per effettuare diagnosi e terapie a distanza’ (Zingarelli 2022; leggi anche la definizione dell’Enciclopedia online della Treccani). Queste procedure telematiche permettono di fornire un’assistenza medica a distanza in diversi casi, ad esempio se il medico o il paziente si trovano impossibilitati a recarsi fisicamente presso lo studio medico o l’ospedale; tuttavia possono essere utili anche per coprire aree isolate a bassa densità abitativa, come le comunità montane o le isole, o per raggiungere con più facilità zone colpite da disastri ambientali o emergenze di altro tipo. La telemedicina, difatti, offre servizi di consulto, di monitoraggio, di refertazione a distanza e può rendere disponibili referti, esiti o ricette all’interno delle aree private di accesso online (leggi le linee di indirizzo nazionali del Ministero della Salute).

Più in generale la telemedicina si inserisce all’interno della cosiddetta salute digitale (in inglese si parla piuttosto di digital health o di e-health, leggi quanto riportato dall’OMS), ossia l’impiego di tecnologie informatiche e della telecomunicazione all’interno del sistema sanitario per migliorare la salute dei cittadini. Alcune caratteristiche della salute digitale sono la connettività (ossia rimanere connessi tramite internet), l’accessibilità (ad esempio poter accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico), l’uso di nuove tecnologie di comunicazione (come la telemedicina, appunto) e molte altre (leggi qui per approfondire).

Per via della sua importanza, all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è previsto un ingente investimento (1 miliardo di euro) rivolto alla telemedicina, i cui servizi, come si legge nel Piano, “contribuendo ad affrontare le principali sfide dei Sistemi Sanitari Nazionali, rappresentano un formidabile mezzo per: (i) contribuire a ridurre gli attuali divari geografici e territoriali in termini sanitari grazie all’armonizzazione degli standard di cura garantiti dalla tecnologia; (ii) garantire una migliore ‘esperienza di cura’ per gli assistiti; (iii) migliorare i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e di protocolli di monitoraggio da remoto”.

L’esempio toscano: Televisita

Un esempio di telemedicina in Toscana è il cosiddetto servizio Televisita, rivelatosi particolarmente utile durante la pandemia di coronavirus, quando, in seguito al DGR n. 464 del 6 aprile 2020, la Regione Toscana ha fornito alcune indicazioni precise in materia di telemedicina (leggi qui per approfondire). Si tratta di un punto d’accesso online o, come si legge sul sito, di “un atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente. L’atto sanitario di diagnosi che scaturisce dalla visita può dar luogo alla prescrizione di farmaci o di cure. Durante la Televisita un operatore sanitario che si trova vicino al paziente può assistere il medico. Il collegamento deve consentire di vedere e interagire con il paziente e deve avvenire in tempo reale o differito”.

La Regione Toscana offre altri servizi inerenti alla cosiddetta salute digitale, come il fascicolo sanitario regionale, ossia, secondo quanto si legge nel sito, “una raccolta online di dati e informazioni sanitarie che costituiscono la tua storia clinica e di salute ed è alimentato dai soggetti che ti prendono in cura nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale. Un punto di accesso unico, comodo, sicuro e sempre disponibile alla tua storia sanitaria”, da cui è possibile ad esempio scaricare la propria certificazione verde COVID-19. Altri servizi sono Zero code, ossia un sistema informatico che permette di prenotarsi per prelievi ed esami, il CUP online e il Borsellino elettronico per celiaci, ovvero un punto di accesso online attraverso cui i celiaci  –  che hanno ottenuto tramite certificazione medica della loro patologia dalla Regione Toscana il cosiddetto codice celiachia – possono controllare il budget mensile a disposizione per comprare prodotti senza glutine.

Dal punto di vista linguistico…

Il sostantivo, entrato per la prima volta in italiano negli anni Ottanta del Novecento, è una parola formata dal sostantivo medicina a cui è stato anteposto il confisso tele- ‘a distanza’ (il termine  confissi indica elementi formativi dotati di significato proprio, per lo più di origine greca o latina, che per certi aspetti si comportano come i prefissi o i suffissi, unendosi a parole già esistenti o ad altri confissi per formare parole nuove). Il nostro tele– deriva dal greco têle ‘lontano’ e ha cominciato ad essere usato per indicare operazioni effettuate a distanza (telecomandare, telecomunicazioni), prima tramite telegrafo (si pensi al vecchio telegramma), poi per telefono (teleallarme indica un sistema di allarme telefonico per anziani e malati), quindi anche attraverso altri sistemi come la televisione (telegiornale, teledipendente, telenovela; in queste parole tele– assume proprio il significato di televisione, di cui si può anche considerare l’accorciamento: la tele) e, infine, strumenti telematici come il computer (telelavoro, teleconferenza e, appunto, telemedicina). La stessa parola telematica è formata appunto da tele- e (informa)tica.

Kevin De Vecchis

 

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Bibliografia

Nessuna bibliografia caraicata.

Antonelli, Giuseppe, Sui prefissoidi dell’italiano contemporaneo, «Studi di lessicografia italiana», XIII 1995, pp. 253-293.

D’Achille, Paolo, L’italiano contemporaneo. Roma, Carocci, 2019 (4 edizione).

Iacobini, Claudio, Composizione con elementi neoclassici, in Grossmann, Maria – Rainer, Franz (a cura di), La formazione delle parole in italiano. Tübingen, Max Niemeyer, 2004, pp. 69-95.

Serianni, Luca, Formazione delle parole nelle terminologie tecnico-scientifiche. Medicina, in Grossmann, Maria – Rainer, Franz (a cura di), La formazione delle parole in italiano. Tübingen, Max Niemeyer, 2004, pp. 585-590.

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