La parola disforia deriva dal greco δύσϕορος composto del prefisso δυσ- “male” e del verbo ϕέρω “portare” col significato di “difficile a portare o a sopportare”: La parola si è poi evoluta in δυσϕορία ovvero “angoscia, pena” e viene assunta come opposto alla parola euforia il cui prefisso εὖ- ,dal significato contrapposto di “bene”, porta al significato di “facile da portare”.
Quando parliamo di disforia di genere, dunque, si intende un senso di angoscia relativa all’incongruenza tra il sesso assegnato alla nascità e l’identità di genere. Il termine, incluso nella Quinta edizione del manuale sui Disturbi Mentali (DSM-5) sostituisce quello di “disturbo dell’identità di genere” considerato patologizzante. La stessa presenza della disforia di genere (o incongruità di genere) nel DSM-5 è dibattuta in quanto potenzialmente stigmatizzante; dall’altro lato, la sua presenza nel manuale semplifica nel caso della sanità americana l’accesso alle cure e ai servizi necessari.
La diagnosi di disforia di genere secondo il DSM-5 può essere effettuata se almeno due tra i seguenti sintomi si manifestano per una durata minima di sei mesi a cui si deve aggiungere una condizione di sofferenza clinicamente significativa, financo al punto della compromissione in ambito lavorativo, sociale e/o in altri ambiti di simile importanza.
- Marcata incongruenza tra genere esperito e caratteristiche sessuali primarie/secondarie ( o nei giovani adolescenti, le caratteristiche sessuali previste).
- Forte desiderio di liberarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa della marcata incongruenza col genere esperito (o nei giovani adolescenti, il desiderio di prevenire lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie previste).
- Forte desiderio per le caratteristiche sessuali primarie o secondarie del genere opposto.
- Forte desiderio di appartenere al genere opposto (o ad un genere alternativo diverso da quello assegnato alla nascita).
- Forte desiderio di essere trattato come un membro del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
- Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici del genere opposto (o di un genere alternativo diverso dal genere assegnato alla nascita).
Data la condizione di sofferenza prolungata la disforia di genere spesso si accompagna ad alcune condizioni quali ansia, depressione, disturbi alimentari, autolesionismo e ideazioni suicidarie (presenti fino al 60% dei casi).
In Italia la l.n 164/1982 riconosce il diritto all’identità sessuale permettendo, previa consulenza, le procedure chirurgiche, ormonali, farmacologiche e burocratiche necessarie all’adeguamento del sesso. L’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG) propone un protocollo che comprende un sostegno psicologico dalla doppia valenza diagnostica/terapeutica di almeno sei mesi a cui segue (in caso l’incongruenza di genere sia accertata) la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) in accordo con un endocrinologo. Trascorsi due anni è possibile fare richiesta per la Riconversione Chirurgica del Sesso (RCS) e per il cambio dei documenti anagrafici. In Italia fino al 2025 la RCS era necessaria per richiedere il cambio di nome e sesso sui documenti.
di Agnese Bardelli – Federsanità ANCI Toscana
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